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Buon Natale Maria Rita

I lampadari in cristallo finto
la kenzia stanca nell’ingresso
le cornici di argento spento
come i sorrisi di cui sono ornamento

Una Madonna di gesso sbiadita
le tende cipria in tessuto spesso
il divano di pelle raggrinzita
il velo pietoso che lo tiene in vita

Il panettone preso a ottobre impolverato
la pastorella del presepe mutilata
Maria Rita stesa a terra senza fiato
dal Natale per sempre liberata

A te e famiglia

– Tanti auguri!
– Di che.
– …Di buon Natale!
– Manco fosse il mio, di compleanno.
– Ti ricordi cosa mi hai detto quando ti ho fatto gli auguri di buon compleanno?
– Ti ho chiesto come cazzo facevi a sapere che era il mio compleanno?
– Anche.
– E come facevi?
– Oh cretino, siamo fratelli.
– E quindi?
– Gemelli, oltretutto.
– Mah, io a sta storia che siamo gemelli non ci ho mai creduto.
– Eh sì, dev’essere un complotto.
– Ma ci hai visti?
– E chi se la ricorda la tua faccia.
– Per la barba, dici?
– Perché non ci vediamo mai.
– Eh oh.
– Eh oh, che?
– No no, niente.
– Neanche hai mai visto mia figlia, lo sai che ha fatto un anno?
– Glieli hai fatti gli auguri?
– …
– Mi pare sia una cosa a cui tieni, questa di fare gli auguri alla gente.
– Ma che hai che non va?
– Dovresti saperlo, siamo gemelli.
– Comincio a crederci poco anch’io.
– Vabbè, allora auguri.
– Vaffanculo.
– A te e famiglia.
– Vorrei poter dire lo stesso.
*click*