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Asterischi

Ho sognato gli asfodeli
che non so come son fatti
era un campo di asterischi

Ci arrivavo correndo
sorpresa dall’esserne capace
su una battigia sconfinata

La sabbia lucida e compatta
rifletteva la mia corsa
assorbiva le falcate

Propellente era il mio stupore
pneumatico il respiro
supersonico il mio moto

Verso il campo di asfodeli
che non so come son fatti
che era un campo di asterischi

Vorrei non fosse il mare

vorrei non fosse il mare a calmarmi
ma il lampeggiare ritmato
delle auto in doppia fila

vorrei non fossero le onde a darmi pace
ma il tintinnio orchestrale delle posate
nei ristoranti affollati del centro

vorrei non fosse quel moto tormentoso
ad alleviare le mie ansie
ma il solido cemento che calpesto

vorrei non fosse il sale il sapore che cerco
quando abbracciandomi le ginocchia
le assaggio con un bacio

madri e padri

Sembri tua madre:
la pigrizia
la pazienza
il cappuccino a metà mattina.

Sembro tuo padre:
l’irascibilità
le passeggiate al molo
il vino rosso con l’acqua frizzante.

Sembro mia madre:
gli attacchi di panico
le diagnosi su Google
i gossip di quartiere.

Sembri mio padre:
la guida sicura
i silenzi impassibili
i documentari sugli animali.

Sembro tua madre:
il “bah” come risposta
i soprannomi dati a tutti
la paura di morire

Sembri tuo padre:
i mercati dell’usato
il giornale con l’inserto
la voglia di partire.

Sembri mia madre:
le buone maniere
i libri di storia
i sorrisi confusi.

Sembro mio padre:
il legalismo
la raccolta differenziata
l’atletica in tv.




Buon Natale Maria Rita

I lampadari in cristallo finto
la kenzia stanca nell’ingresso
le cornici di argento spento
come i sorrisi di cui sono ornamento

Una Madonna di gesso sbiadita
le tende cipria in tessuto spesso
il divano di pelle raggrinzita
il velo pietoso che lo tiene in vita

Il panettone preso a ottobre impolverato
la pastorella del presepe mutilata
Maria Rita stesa a terra senza fiato
dal Natale per sempre liberata

Fai come noi

Fai come il vento, come il mare
come pioggia sopra i tetti
di amianto in arsenale:
rumore.

Fai come un’ombra, come un salto
come un urlo nel bel mezzo
di una notte tempestosa:
paura.

Fai come vuoi, come noi
come il sole dietro i monti
alle diciotto a Bonassola:
scompari.

Sono morta per i morti

Sono morta per i morti
non è stata una sorpresa
Sono morta un po’ alla volta
come un fiore in un bicchiere

Sono morta il due novembre
non è stato un dispiacere
Stavo immobile seduta
sola tra le coccinelle

Sono morta a novant’anni
non è stata una gran cosa
L’aspettavo ed è arrivata
come il fischio a fine gara

come gli stronzi

e allora saremo come gli altri
come gli stronzi
come quelli tra carne e pesce
fatti di nulla
di polvere
di suoni scordati
di pareri discordanti
di pareti crepate
come la terra in estate
come le mani in inverno
come i cuori dimenticati
stesi
ad asciugare

Ho scritto tanto sulla sabbia

Ho scritto tanto
sulla sabbia

Ho contato il tempo in passi
non proprio felpati

La bellezza sta negli occhi
di chi gli occhi ce li ha belli

I gradini fino a casa
sono ancora ventisei

Non mi alzo

Non mi alzo
non mi azzardo
Il mio sangue è di cemento:
armato.

Non mi affanno
non mi affaccio
Non mi sporgo dalla porta:
blindata.

Non mi sveglio
non mi scanto
Il mio sguardo è come un muro:
bianco.

Non mi muovo
non mi sposto
Il mio cuore è solo un muscolo:
ripieno.

Mi han detto che ti piacciono i ragazzi

Mi han detto che ti piacciono i ragazzi
col ciuffo
liscio, pettinato di lato
baffetto stretto
sguardo un po’ incazzato

Mi han detto che ti piacciono i tipi
da spiaggia
costume a fiori
ciabatte infradito
abbronzatura discreta sotto peli sottili

Mi han detto che hai comprato una moto
per andare al mare col tuo ragazzo
col ciuffo
e il costume a fiori
che non sorride mai

Mi han detto che parlate poco
che non vi baciate spesso
che sulla sabbia bagnata
mi hai fatto un ritratto
col dito medio