Ho sognato di buttarmi giù dal Muzzerone.
No, non l’ho sognato, l’ho immaginato. Seduta sul mio letto, sveglia e lucida, con gli occhi fissi sulla parete troppo alta e troppo bianca di fronte a me, l’ho visto accadere, l’ho vissuto.
Gridavo, ripetevo “no, no, no!”, ma erano grida silenziose perché non avevo voce, mi mancava il respiro, piangevo, guardavo sotto di me e vedevo il mare e le rocce avvicinarsi alla stessa velocità a cui il mio cuore batteva. Negli occhi, mi batteva. Nelle orecchie, nello stomaco, nelle mani e nelle vene, mentre mi dimenavo con gambe e braccia come se cercassi di tornare indietro aggrappandomi all’aria, scalandola.
È durato un’eternità, e ho capito che io non voglio morire.
A volte però vorrei scomparire. Come certi personaggi secondari di certi telefilm, che da un giorno all’altro non si vedono più, così, senza alcuna spiegazione, e nessuno si chiede che fine abbiano fatto, come se non fossero mai esistiti.
Ecco, io a volte vorrei non essere mai esistita. Non solo cessare di esistere nel presente, ma anche nel passato, nei ricordi e nella storia delle persone che conosco e ho conosciuto. Cancellata, non dimenticata. Essere dimenticati è orribile, significa non aver contato abbastanza, non aver dato o fatto abbastanza, nel bene o nel male essere stati superflui, sostituibili. Sparire no, la sparizione deresponsabilizza.
Sì, è la responsabilità che mi pesa. Di quello che sono, di quello che sono per gli altri, o che vorrei essere, o che loro vorrebbero che fossi, o che io credo che loro vorrebbero che fossi, di come vorrei mi ricordassero e di come invece temo di farmi ricordare.
La responsabilità di ciò che faccio, di come ogni azione inneschi una reazione a catena che lo so, lo so che è lo stesso meccanismo per cui succedono anche le cose belle e le cose buone, ma come si fa? Come si fa a sostenerla quella responsabilità lì, che c’ho l’ansia pure a pulire i cessi, perché potrei intasarli facendoci cadere dentro il cellulare, il dentifricio, i miei sogni, le mie speranze, le mie giornate?