Cosa mi aspetto di trovare quando cerco una ricetta sull’internette:
- lista degli ingredienti;
- procedimento dettagliato ma sintetico;
- foto del piatto.
Cosa trovo in realtà:
- racconti di vita dell’autore con aneddoti riguardanti la sua infanzia e il rapporto con la nonna defunta, dettagli emotivi dal sapore nostalgico, foto della nonna, foto della casa della nonna e del parcheggio a due piani con cui è stata recentemente sostituita;
- excursus sulle stagioni e le loro relative peculiarità, spiegazione del perché chi scrive ne ami particolarmente una più delle altre, episodi riguardanti le attività abituali della nonna defunta durante la suddetta stagione, foto di paesaggi con neve/foglie secche/prati in fiore;
- cenni storici sugli ingredienti impiegati, eventuali proprietà benefiche, diffusione e utilizzo nei vari paesi del mondo dai secoli più remoti fino ai giorni d’oggi, malinconica comparativa con gli ortaggi che la nonna era solita coltivare con amore e perizia impareggiabili;
- lista degli ingredienti con marchi/negozi/packaging preferiti e polemiche random sulla scarsa qualità di un marchio/negozio/packaging rispetto ad un altro;
- procedimento spiegato in maniera prolissa e dispersiva, ma arricchito dal racconto dei piccoli inconvenienti avvenuti durante la preparazione (un taglietto, una piccola ustione, una bottiglia di pomodoro frantumata al suolo);
- galleria fotografica dei momenti clou della cena durante la quale il piatto è stato servito: quando il bambino si è sbrodolato, le risate per la barzelletta sporca dello zio Roberto, il bacio con il/la fidanzato/a, la Marisa che non sa stappare il vino, i piatti da lavare.