Al baretto dell’Acquasanta

Al baretto dell’Acquasanta hanno solo birre con il genitivo sassone come la Beck’s e la Tennent’s e se chiedi non dico una Brooklyn ma, che ne so, una Moretti, ti dicono NO con le braccia a X come Mara Maionchi. Però hanno il chinotto e la gazosa della Lurisia, che è roba da super pro.
Al baretto dell’Acquasanta, se ordini una pasta alla crema, dopo aver ravanato un po’ nella vetrina te ne porgono una sfinita dalla vita dicendo “g’ho ‘sta chì, ma l’è ‘n po’ spiacicà”, con una faccia fra il desolato e il fottesega.
Al baretto dell’Acquasanta che tu ci vada alle otto del mattino o alle quattro del pomeriggio, qualsiasi giorno della settimana sia, ci trovi sempre le stesse persone, sedute ai tre tavolini sotto il pergolato, in una terrazza dove ce ne starebbero almeno altri dieci, di tavoli. Alle sette di sera invece non ci trovi nessuno perché è già bello che chiuso da un’ora.
Al baretto dell’Acquasanta ti ci fai lasciare i pacchi di Amazon quando il corriere non c’ha voglia di cercare casa tua. O quando anzi che aspettarlo te ne vai al mare alla facciaccia sua.
Al baretto dell’Acquasanta tutto è esattamente come sembra, proprio come la scatola di Dissenten esposta con discrezione sul bancone, fra le caramelle e le bustine di zucchero.

5 Replies to “Al baretto dell’Acquasanta”

      1. I prodotti mainstream non piacciono neanche a me. E infatti il mio blog è dedicato proprio a libri e film che hanno avuto meno successo di quanto meritassero. Grazie per la risposta! 🙂

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